GRAMMATICA
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Appendice: Sintassi

La sintassi è costituita dalle regole per la struttura delle frasi e per l’ordine delle parole.

In elefen, la sintassi è molto importante, poiché la forma delle parole stesse cambia appena – l’elefen quasi non ha morfologia. Quando si parla o si scrive in elefen, si deve prestare attenzione al fatto che non si copia ciecamente la sintassi di un’altra lingua, poiché tali frasi possono avere significati diversi dall’intento, oppure possono confondere persone che non conoscono quell’altra lingua.

Fortunatamente, la sintassi in elefen è anche semplice. Le regole principali per l’ordine delle parole sono:

Il resto di questa pagina ne spiega la teoria e offre alcuni consigli pratici. Altri dettagli si possono trovare in quasi tutte le pagine di questa grammatica.

Componenti

Ciascuna frase ha una struttura gerarchica di componenti. Un componente può contenere una sola parola; oppure può essere un sintagma (un gruppo di parole con la propria struttura interna di sottocomponenti). In tal modo, si può presentare la struttura di una frase come un albero:

Categorie

Ogni componente appartiene a una categoria sintattica. Per le parole individuali, le principali categorie, con esempi, sono:

Corrispondono parzialmente ai significati delle parole: molti nomi si riferiscono a persone e cose; molti verbi si riferiscono ad azioni; molti aggettivi si riferiscono a caratteristiche. Ma a dir la verità sono sintattiche: si categorizza una parola considerando le posizioni che può occupare nella struttura di una frase.

Il dizionario indica la categoria di ogni parola, comprese quelle che sono derivate aggiungendo un sufisso. La maggior parte dei suffissi cambia la categoria. Inoltre, gli aggetti e i verbi si possono usare direttamente come nomi, e gli aggettivi come avverbi, senza alcuna aggiunta, se si seguono le regole della sintassi.

La sintassi dell’elefen dipende fortemente dalle categorie delle parole. Si deve evitare di venire fuorviati in questa relazione da strane caratteristiche di alcune altre lingue.

Un esempio: eseta (lasciare fuori) in elefen è un verbo; ma i principianti che conoscono già la lingua inglese, dove “except” è anche una preposizione comune, tendono erroneamente a usare eseta come una preposizione, al posto di dire esetante (eccetto) o con eseta de (ad eccezione di) o semplicemente estra (tranne).

Un altro: defeta (sconfitta) in elefen è solamente un sostantivo; il verbo corrispondente è vinse (sconfiggere).

Le principali categorie di sintagmi sono:

Ruoli

I componenti si classificano anche per mezzo dei loro ruoli o funzioni nella struttura.

Ciascun sintagma ha un componente principale, con il ruolo di nucleo. Molti sintagmi hanno anche uno o più satelliti. Per esempio, il nucleo di un sintagma nominale è un sostantivo (o un pronome), e i satelliti sono gli elementi che descrivono il sostantivo, come i determinanti, gli aggettivi e i sintagmi preposizionali.

Allo stesso modo, il nucleo di un sintagma verbale è un verbo, e i satelliti sono gli avverbi e (di nuovo) i sintagmi preposizionali. Ogni frase normalmente contiene un sintagma verbale.

Soggetto e complemento oggetto

I due sintagmi nominali più importanti hanno i ruoli di soggetto e complemento oggetto. Questi sono termini tecnici – non riflettono l’uso comune di soggetto per un argomento di discussione o studio, o di oggetto per qualsiasi cosa fisicamente tangibile. Semanticamente, quello che è il soggetto o il complemento oggetto di un verbo dipende interamente dal significato del verbo scelto – ma si può dire in parole semplici che il soggetto è la persona o cosa che fa l’azione del verbo, e il complemento oggetto è la persona o cosa direttamente interessata dall’azione.

In elefen, il soggetto (S) precede e il complemento oggetto (O) segue sempre il verbo. L’ordine è SVO:

In alcuni casi, per ragioni stilistiche o per mettere in evidenza, si desidera fortemente che il complemento oggetto compaia all’inizio della frase. In questi casi, dopo il complemento oggetto metti una virgola, e dopo il verbo aggiungi un pronome che si riferisce ad esso:

La maggior parte dei verbi necessita di un soggetto, ma molti non necessitano di un complemento oggetto. Ogni verbo è fondamentalmente o intransitivo (senza complemento oggetto) o transitivo, come indicato nel dizionario, ma si può aggiungere un complemento oggetto dopo qualsiasi verbo fondamentalmente intransitivo e cambiare così la “direzione” del significato – il complemento oggetto allora corrisponde al soggetto del verbo intransitivo:

L’elefen ha molti verbi di questo genere. In alcune lingue (per esempio le romanze), essi sono comunemente transitivi, e si può dire “il mio braccio si estende attraverso la finestra”. Ma in elefen, poiché estende è già fondamentalmente intransitivo, estende se (estendere se stesso) suggerisce che il braccio si muove autonomamente, senza l’intenzione della persona a cui appartiene.

Complementi predicativi del soggetto

Un altro componente comune delle frasi è il complemento predicativo del soggetto (P). È una descrizione aggiuntiva del soggetto, e può seguire verbi come es (essere), deveni (diventare), pare (sembrare) e resta (restare):

Alcune lingue permettono che anche il complemento oggetto abbia un complemento predicativo, come in *“los ia eleje el presidente(essi lo hanno eletto presidente). Questo genere di complemento predicativo non esiste in elefen: invece, si usa una preposizione per chiarire il ruolo di quella parte della frase:

Preposizioni

Un altro componente comune delle frasi è il sintagma preposizionale (FP). La sua struttura è una preposizione davanti a un sintagma nominale. I sintagmi preposizionali compaiono alla fine dei sintagmi nominali o verbali, aggiungendo dettagli al nucleo precedente o all’intera frase:

In un sintagma preposizionale, si può dire che il nucleo è la preposizione, e che il sintagma nominale è il complemento oggetto.

Quando una frase contiene un sintagma nominale che non è né un soggetto, né un complemento oggetto, né un complemento predicativo del soggetto, e né un complemento di vocazione (un riferimento diretto alla persona o alle persone a cui si sta parlando, ovvero il suo nome), è normalmente necessario aggiungere una preposizione per chiarire il ruolo:

Alcuni sintagmi preposizionali sembrano cominciare in un modo più complicato:

Infatti, hanno una struttura semplice – una preposizione prima di un sintagma nominale – ma il loro sintagma nominale stesso contiene un altro sintagma preposizionale (de la note, a la mar, de la tempesta) come sottocomponente.

Alcune preposizioni hanno usi convenzionali che si devono seguire. De è usato per formare nomi composti come cuxin de testa (cuscino) e vaso de cafe (caffettiera).

Ciò ha anche una relazione vicina alla transitività dei verbi. Per esempio, on furni un cosa a un person (si fornisce una cosa a una persona); non *“on furni un person con un cosa” (si fornisce una persona con una cosa) – quella che viene furnida (fornita) è la cosa, non la persona. Si possono trovare consigli relativamente a un uso del genere delle preposizioni nel dizionario.

Congiunzioni

Gli esempi soprastanti sono semplici, ma moltre frasi hanno una struttura più complicata, usando congiunzioni per combinare due strutture.

Le congiunzioni coordinanti legano due componenti che hanno lo stesso peso nella struttura. Se i componenti sono frasi, vengono chiamati proposizioni coordinate:

Quando il soggetto della seconda proposizione è uguale al soggetto della prima proposizione, lo si può omettere se si preferisce:

Proposizioni subordinate

Ci sono anche le proposizioni subordinate, che funzionano come satelliti in un componente più grande. Esse sono introdotte da diverse congiunzioni subordinanti, e appartengono a tre categorie sintattiche:

Una proposizione completiva occupa una posizione nella struttura che potrebbe essere occupata allo stesso modo da un sintagma nominale (per esempio, la parola lo (esso)):

Allo stesso modo, le proposizioni relative occupano le posizioni dei sintagmi aggettivali, e una proposizione avverbiale compare al posto di un sintagma avverbiale:

Una proposizione relativa usa un “pronome relativo” (tipicamente ci (che, riferito a persone o animali) o cual (che, riferito a cose)) per riferirsi a un sostantivo precedente – un sintagma nominale nella proposizione principale. Nell’esempio qui, ci si riferisce a la can (il cane): la proposizione subordinata descrive il cane.

In casi complicati, una proposizione relativa può contenere una proposizione completiva, e il riferimento al nome precedente compare non nella prima ma nella seconda, ovvero più profondamente nella struttura.

Ciò non è permesso in elefen: si rifiuta la frase *“el no gusta ideas cual el senti ce es superstisio” (non gli piacciono le idee che sente essere superstizioni).

La soluzione più facile è aggiungere sur prima di ci o cual, e usare un pronome come el o lo o los nella proposizione completiva:

Nelle proposizioni subordinate, non si omette il soggetto, anche se è uguale al soggetto della proposizione principale: si dice el crede ce el ia perde (crede che abbia perso), e non *“el crede ce ia perde”.

Ma l’elefen ha anche i verbi all’infinito, che offrono un modo più breve per esprimere qualcosa in maniera simile a una proposizione completiva:

Anche se in alcune lingue si riconosce un verbo all’infinito attraverso la sua forma speciale, il verbo in elefen ha sempre la stessa forma. A causa della sua morfologia, alcune lingue possono usare gli infinitivi nelle strutture complicate che sono tipicamente troppo poco chiare in elefen. Per esempio, *“lo es nesesada ajusta la macina” (è necessario aggiustare la macchina) e *“nos ave alga ideas con cual labora(abbiamo alcune idee con cui lavorare) sono frasi confusionarie se il lettore non sa tradurle nella mente in una lingua che usa l’infinitivo in tale maniera. In elefen, si preferisce dire:

I participi presenti (-nte) possono essere utilizzati in modo verbale in un tipo di componente che è simile a una proposizione avverbiale. Il soggetto del participio è sempre uguale al soggetto della frase contenente:

Non si può mischiare questo uso con una proposizione avverbiale vera. Per esempio, la seguente frase non è corretta: *“en cuando esperimentante con polvo negra, el ia destrui sua casa”. Usa invece una delle seguenti costruzioni:

Alcune lingue permettono anche una struttura “assoluta”, in cui il participio ha un soggetto differente. Questo non è possibile in elefen. Invece di scrivere *“esente elefen un creol, on no ave multe morfolojia” (essendo l’elefen un creolo, non ha molta morfologia) o *“caturada la site, Enea ia fuji” (catturata la città, Enea fuggì), si deve scegliere un’altra sintassi, per esempio:

Convertire le preposizioni

Alcune preposizioni spaziali, come a (a), en (in), tra (attraverso), asta (fino a), ante (davanti a) e pos (dietro), hanno anche significati temporali. Perciò possono introdurre una proposizione subordinata che comincia con la parola cuando (quando):

In effetti, ante cuando (prima che) è una congiunzione subordinante.

Inoltre, si può convertire qualsiasi preposizione in un avverbio mettendo a prima di essa:

La tabella seguente mostra il sistema di ante e pos con traduzioni in italiano, inglese, spagnolo ed esperanto. Le altre preposizioni seguono lo stesso modello:

elefen categoria italiano inglese spagnolo esperanto
temporale
ante preposizione prima di + sostantivo before + sostantivo antes de antaŭ
pos preposizione dopo + sostantivo after + sostantivo después de post
a ante avverbio prima before(hand) antes antaŭe
a pos avverbio dopo after(wards) después poste
ante cuando congiunzione subordinante prima che + frase before + frase antes de que antaŭ ol
pos cuando congiunzione subordinante dopo che + frase after + frase después de que post kiam
spaziale
ante preposizione davanti a in front of delante de antaŭ
pos preposizione dietro behind detrás de malantaŭ
a ante avverbio davanti in front delante antaŭe
a pos avverbio dietro behind detrás malantaŭe

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Lo ia es automatada jenerada de la paje corespondente en la Vici de Elefen a 12 otobre 2024 (16:16 UTC).